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sabato 16 aprile 2011

Una sola parola per tutto questo.

Ammetto che non è farina del mio sacco ma la condivido il pieno.
Grazie Carlo

"Vergogna"

"(Dal latino verecundia, collegato a vereor, avere timore e riverenza). Il turbamento derivante dall'avere compiuto un atto lesivo dell'onore e della rispettabilità. 
La vergogna come sentimento sociale nasce e si sviluppa nelle culture che danno valore politico al giudizio che la collettività dà delle persone e dei loro comportamenti. E' questo giudizio  -  di apprezzamento oppure di sanzione, di onore o di disonore  - insieme ai valori comuni su cui si fonda, il vero legame che struttura quelle società. Conservare il proprio onore è, in questi contesti, il primo dovere pubblico di ciascuno; e la vergogna è appunto la percezione insopportabile che la propria immagine pubblica è lesionata dalla perdita dell'onore e del rispetto degli altri.

Le culture politiche occidentali moderne  -  a differenza dal mondo greco arcaico e da quello orientale  -  tendono a rimuovere la vergogna dal centro della scena politica, e a sostituirla con il rispetto non tanto di valori quanto di leggi positive impersonali. Il giudizio da temere non è, in questi ambiti, quello della comunità, ma quello della magistratura; alla coppia onore/disonore si sostituisce quella di legale/illegale.    La maggiore libertà di comportamento dell'individuo va di pari passo con la maggiore formalizzazione della politica, che tende a esaurirsi nel diritto. Per essere buoni cittadini è sufficiente non infrangere la legge.

In realtà, la semplice legalità non è un legame sociale sufficientemente coesivo. Perfino le democrazie moderne, che garantiscono grande libertà individuale, esigono che i comportamenti dei singoli  -  soprattutto, come afferma la Costituzione (art. 54), di coloro che rivestono cariche politiche  -  siano non soltanto legali ma anche esercitati con onore. Il che significa che dai politici si esige un'immagine pubblica  -   informata a valori come il decoro, la dignità, il senso del dovere e del servizio  -  e che la collettività è eventualmente in grado di sanzionare, con la riprovazione sociale che dovrebbe indurre vergogna, i responsabili  di atti disonorevoli."

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