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mercoledì 6 aprile 2011

Un piccolo passo indietro per cercare di capire.

Ho trovato un editoriale che forse potra interessare. Uscito nel 2008, sul numero 5 della rivista  "FV - Fotovoltaico, fa delle importanti riflessioni sul settore in Italia e su quali indirizzi dovrebbe avere la nostra politica, se avesse un minimo di interesse per il paese e i problemi che non mancano mai.
"Lo possiamo affermare senza tema di essere smentiti: il mercato FV in Italia è forte ed è maturo per esplodere, come l'esperienza di altri Paesi insegna. Lo dimostrano i numeri: a luglio (2008 nda) è stata oltrepassata quota 150 MW, la metà dei quali installati solo nei primi sette mesi del 2008, e quindi i moduli fv brillano ormai sui tetti di diverse decine di migliaia di case italiane. Si tratta di un risultato straordinario, che lascia prevedere numeri ancora maggiori in futuro, visto che questa prima fase può essere considerata di rodaggio.
Naturalmente l'energia solare, almeno per i primi anni, avrà ancora bisogno degli incentivi nazionali per poter essere concorrenziale e ci aspettiamo che il Governo, se proprio vorrà apportare qualche cambiamento al conto energia, legge che ha dimostrato di funzionare bene, faccia delle modifiche in positivo. 
Per prima cosa serve un ulteriore semplificazione dell'iter burocratico per l'installazione degli impianti e per avere accesso all'incentivo. Ma, soprattutto, è necessario imporre a ENEL dei tempi certi per l'allaccio degli impianti residenziali: ogni ora di sole in cui l'impianto non è collegato alla rete significa un mancato guadagno e tanti kWh puliti in meno.
Non vorremmo, invece, che il Governo decida modifiche in negativo, prendendo come pretesto il taglio della spesa pubblica, come ampiamente successo nella recente Legge di bilancio in vari campi. Un altro pretesto, ovviamente infondato, potrebbe essere che il fv darà un contributo sempre insignificante al mix energetico mondiale. Tanto per citare solo un dato, l'Agenzia Internazionale dell'Energia prevede che nel 2050 il solare produrrà almeno il 10 % dell'elettricità mondiale. Staremo comunque a vedere che farà il Governo, i cui primi passi di politica energetica sono stati interlocutori. Da una parte, abbiamo apprezzato le recenti presse di posizione dei Ministri Prestigiacomo e Scajola sull'importanza strategica delle rinnovabili. Ci sconcerta invece il pressing sul nucleare. Sono in tanti i motivi per cui sarebbe insensato puntare tutto su questa tecnologia e abbandonare il fv e le rinnovabili: per raddoppiare il numero delle centrali nucleari entro il 2030, rimpiazzando anche quelle che andranno a fine vita nei prossimi 20 anni, sarebbe necessario costruire una nuova centrale ogni due settimane. La spesa? Tra i 1.000 e 2.000 miliardi di euro (stranamente qui i soldi ci sarebbero, niente tagli di spesa pubblica nda). Sappiamo come stoccare in maniera sicuria le scorie? No. L'effetto sulle emissioni di gas serra? meno del 5%. A quando le centrali di quarta generazione? Tra 40 anni, forse.
Un'ultima domanda: non è che forse dietro c'è la spinta di una forte lobby?"
Editoriale di Marco Pinetti 
Ebbene gentilissimo direttore, nella sua ultima domanda Lei ha proprio riassunto la missione politica del nostro governo, che si preoccupa più degli affari della cricca che dei problemi del Paese, e questo lo vediamo da soli in questi ultimi anni di gestione.
Riflettete popolo di elettori quando sarete chiamati a scegliere i vostri rappresentanti e lo dico nel vostro interesse. So che notoriamente siamo molto autolesionisti nella scelta dei signori che ci rappresentano ma qui si decide del nostro futuro e non stiamo parlando di quattro sacchetti di "monnezza", mi auguro che lo capiate per il vostro  bene.




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